E' così difficile pensare che si possa fare politica come servizio e non per altri fini?
Oggi ho avuto una discussione con una persona, candidata come me in queste ultime elezioni per il comune di Villaputzu ma nell'altra lista e che non è entrata in consiglio. Ognuno credo che abbia un suo modo di vedere le cose, di agire, di pensare ecc.., ma venirmi a dire, con presunzione, in maniera diretta o indiretta, che non può essere che io faccia politica come forma di servizio, come ho fatto e continuo a fare in altri campi, come quello ecclesiale, è una forma di offesa oltre che di ammissione che il motivo che lo ha spinto a candidarsi non era di certo quello del bene comune, visto che pare così assurdo che io lo faccia per quello.
I punti di scontro sono stati diversi. Non entro nel merito di quelli amministrativi, come la questione del centro matrice di Villaputzu, perché mi è venuto di scrivere queste righe per altre questioni che definirei etiche o culturali: come il fatto di chiedere il voto come un qualcosa di favore personale o di dovuto solo perché si è fatto un piacere a quella persona. Il voto per me non è una merce di scambio, non è un piacere che viene fatto a me nel momento in cui uno me lo da; certo, fa piacere se uno ti vota perché vuol dire che ti riconosce una persona capace, fidabile e in grado di pensare al bene del paese, di Villaputzu in questo caso. Ma non è un favore, non è per me un qualcosa che mi viene dato e che ha per fine me stesso. E tanto meno che mi viene dato in cambio di qualcosa. Ma a quanto pare per alcuni così non è.
Durante la campagna elettorale diverse persone mi hanno chiesto cosa gli avrei dato in cambio per il loro voto: a tutte ho risposto che oltre alla mia disponibilità e al mio impegno per il bene di Villaputzu altro non avrei dato e che se volevano qualcosa di personale dovevano andare a farsi prendere in giro da qualcun'altro.
Avrò perso qualche voto? Sicuramente, ma non mi importa.
Mi lascia perplesso però vedere che questo modo di pensare prende largo anche tra i giovani e non solo tra i vecchi "volponi", anzi, qualche vecchio della politica credo che avrebbe molto da insegnare e da dare come esempio a costoro, come l'esempio che grazie a Dio mi ha dato mio padre col suo impegno politico passato.
Se questi sono i tanto decantati giovani di Villaputzu che avrebbero dovuto amministrarci...
Oggi ho avuto una discussione con una persona, candidata come me in queste ultime elezioni per il comune di Villaputzu ma nell'altra lista e che non è entrata in consiglio. Ognuno credo che abbia un suo modo di vedere le cose, di agire, di pensare ecc.., ma venirmi a dire, con presunzione, in maniera diretta o indiretta, che non può essere che io faccia politica come forma di servizio, come ho fatto e continuo a fare in altri campi, come quello ecclesiale, è una forma di offesa oltre che di ammissione che il motivo che lo ha spinto a candidarsi non era di certo quello del bene comune, visto che pare così assurdo che io lo faccia per quello.
I punti di scontro sono stati diversi. Non entro nel merito di quelli amministrativi, come la questione del centro matrice di Villaputzu, perché mi è venuto di scrivere queste righe per altre questioni che definirei etiche o culturali: come il fatto di chiedere il voto come un qualcosa di favore personale o di dovuto solo perché si è fatto un piacere a quella persona. Il voto per me non è una merce di scambio, non è un piacere che viene fatto a me nel momento in cui uno me lo da; certo, fa piacere se uno ti vota perché vuol dire che ti riconosce una persona capace, fidabile e in grado di pensare al bene del paese, di Villaputzu in questo caso. Ma non è un favore, non è per me un qualcosa che mi viene dato e che ha per fine me stesso. E tanto meno che mi viene dato in cambio di qualcosa. Ma a quanto pare per alcuni così non è.
Durante la campagna elettorale diverse persone mi hanno chiesto cosa gli avrei dato in cambio per il loro voto: a tutte ho risposto che oltre alla mia disponibilità e al mio impegno per il bene di Villaputzu altro non avrei dato e che se volevano qualcosa di personale dovevano andare a farsi prendere in giro da qualcun'altro.
Avrò perso qualche voto? Sicuramente, ma non mi importa.
Mi lascia perplesso però vedere che questo modo di pensare prende largo anche tra i giovani e non solo tra i vecchi "volponi", anzi, qualche vecchio della politica credo che avrebbe molto da insegnare e da dare come esempio a costoro, come l'esempio che grazie a Dio mi ha dato mio padre col suo impegno politico passato.
Se questi sono i tanto decantati giovani di Villaputzu che avrebbero dovuto amministrarci...