Via Dante già via Santa Mariedda; via Puccini già via Caladroscia; via Leopardi già Su Meriagu; via XX Settembre e via Roma già via Parrocchia...
Sono questi solo alcuni esempi di ciò che in questi giorni sta comparendo nelle strade di Villaputzu. La sostituzione delle targhe toponomastiche, indicanti le vie villaputzesi, con targhe in ceramica che riprendono nello stile quelle antiche che qua e la si ritrovano ancora in alcuni numeri civici, è stata l'occasione per l'Amministrazione comunale di far riscoprire uno scorcio di storia e di cultura del Paese. Un piccolo segno che ci fa ritornare indietro nel tempo quando le strade di Villaputzu avevano nomi caratteristici che le carte del vecchio catasto ci ricordano ancora ma che anche attraverso la tradizione, e la conseguente indicazione di alcuni rioni nella parlata comune, ancora oggi si menzionano.
E così sotto la scritta via Dante, leggere "già via Santa Mariedda", ci ricorda che un tempo, all'inizio di quella via, sorgeva una chiesetta legata al culto di Maria Bambina*, mentre leggere sotto l'indicazione via Leopardi "già Su Meriagu" ci fa pensare che quella zona, allora non ancora abitata come oggi, fosse il luogo dove i pastori conducevano all'ombra il bestiame durante le ore più calde della giornata.
E "via via" (è proprio il caso di dirlo!), anche tutti gli altri toponimi ci parlano di una storia che riguarda tutta Villaputzu.
*Il diminutivo di Maria in sardo non dovrebbe indicare che la chiesa fosse piccola, come suggerito dal canonico Flavio Cocco nella sua importante opera "Dati relativi alla storia dei paesi della diocesi di Ogliastra", quando ipotizza che la chiesa fu costruita in seguito all'abbandono del vecchio centro abitato e quindi al posto della "vecchia" Santa Maria situata sul colle che domina l'antico centro di Sarcapos, ma che la chiesa fosse appunto dedicata a Santa Maria Bambina, una festa di origine orientale e che sino a circa un secolo fa era di precetto per tutta la Chiesa latina.
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