A distanza di alcuni giorni dalla visita di Benedetto XVI in Sardegna, a cui ho partecipato come volontario e a cui anche molti cittadini di Villaputzu hanno partecipato personalmente, oltre a tutti coloro che hanno seguito i suoi interventi attraverso i media, scrivo una breve riflessione su alcune parole (per chi volesse qui è possibile leggere i testi integrali di tutti i discorsi fatti in Sardegna) pronunciate dal Santo Padre.
In particolare (non perché tutto il resto, la maggior parte del discorso, non sia interessante, anzi, invito tutti a leggerlo e rileggerlo, ma solamente perché ciò tocca in parte tema di questo blog e il perché sono consigliere comunale di Villaputzu) mi soffermo su di una frase detta durante l'omelia, quando invocando l'aiuto di Maria (ma il contenuto credo sia indicativo anche per un ateo), parla della politica "che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile".
Da cristiano impegnato in politica mi sento toccato da queste parole e incoraggiato ad andare avanti in questa forma di servizio nonostante le difficoltà. Difficoltà di vario tipo, sia legate al fatto che la macchina burocratica rallenta notevolmente gli sforzi che chi amministra compie o legate alla carenza di risorse economiche che non permettono di fare tutto ciò che si vorrebbe (come capita in fondo in ogni famiglia), ma anche legate al significato profondo del fare politica.
Purtroppo è luogo comune che chi fa politica lo fa per interesse personale, e non per ricercare il bene comune, e quando ci si ritrova impegnati in prima persona, dall'esterno spesso si viene visti come coloro che sono lì per il proprio interesse, dimenticando quasi che siamo in democrazia e il politico di turno, senza i voti dei cittadini, non sarebbe "lì".
Perché dico questo collegandolo col discorso del Papa... Perché per avere la "nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile" è necessario che siano prima di tutto gli elettori a volerlo, a volere che chi li amministra abbia un certo rigore morale, abbia competenza, e ricerchi il bene comune e non l'interesse individuale. Ma se per primo chi vota ricerca l'interesse individuale e non il bene comune, è logico che chi viene eletto sarà tenuto a finalizzare il suo operato in direzioni particolari e non collettive.
Ecco allora che, a mio modesto parere, queste parole del Papa, valgono non solo per i laici cristiani che si impegnano in politica, ma per tutti quanti, perché è attraverso l'espressione personale del voto che si affida a questo o a quell'altro politico la possibilità di operare con "competenza e rigore morale".
Riflettiamoci bene tutti quanti.
In particolare (non perché tutto il resto, la maggior parte del discorso, non sia interessante, anzi, invito tutti a leggerlo e rileggerlo, ma solamente perché ciò tocca in parte tema di questo blog e il perché sono consigliere comunale di Villaputzu) mi soffermo su di una frase detta durante l'omelia, quando invocando l'aiuto di Maria (ma il contenuto credo sia indicativo anche per un ateo), parla della politica "che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile".
Da cristiano impegnato in politica mi sento toccato da queste parole e incoraggiato ad andare avanti in questa forma di servizio nonostante le difficoltà. Difficoltà di vario tipo, sia legate al fatto che la macchina burocratica rallenta notevolmente gli sforzi che chi amministra compie o legate alla carenza di risorse economiche che non permettono di fare tutto ciò che si vorrebbe (come capita in fondo in ogni famiglia), ma anche legate al significato profondo del fare politica.
Purtroppo è luogo comune che chi fa politica lo fa per interesse personale, e non per ricercare il bene comune, e quando ci si ritrova impegnati in prima persona, dall'esterno spesso si viene visti come coloro che sono lì per il proprio interesse, dimenticando quasi che siamo in democrazia e il politico di turno, senza i voti dei cittadini, non sarebbe "lì".
Perché dico questo collegandolo col discorso del Papa... Perché per avere la "nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile" è necessario che siano prima di tutto gli elettori a volerlo, a volere che chi li amministra abbia un certo rigore morale, abbia competenza, e ricerchi il bene comune e non l'interesse individuale. Ma se per primo chi vota ricerca l'interesse individuale e non il bene comune, è logico che chi viene eletto sarà tenuto a finalizzare il suo operato in direzioni particolari e non collettive.
Ecco allora che, a mio modesto parere, queste parole del Papa, valgono non solo per i laici cristiani che si impegnano in politica, ma per tutti quanti, perché è attraverso l'espressione personale del voto che si affida a questo o a quell'altro politico la possibilità di operare con "competenza e rigore morale".
Riflettiamoci bene tutti quanti.
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